
Preghiera dell’abbandono di San Giuseppe
“O Dio, autore di ogni consolazione (2 Cor 1,m3), Dio di ogni misericordia e Signore di ogni genere umano, Dio della mia anima, del mio spirito e del mio corpo. Supplichevole io ti adoro, o Signore e Dio mio: se ormai sono terminati i miei giorni ed è giunto il momento nel quale debbo uscire da questo mondo, inviami, te ne prego, il grande Michele principe dei tuoi angeli santi, e resti con me affinché la mia povera anima esca senza difficoltà, senza paura e senza impazienza da questo corpo travagliato.
Una grande paura e una veemente tristezza si impadronisce infatti dei corpi nel giorno della loro morte, sia che si tratti di un uomo che di una donna, di un’animale domestico o di una bestia selvatica, di un essere che cammina sulla terra o che vola nell’aria: in conclusione grande è la paura e immenso lo sfinimento che attanaglia le anime quando escono dai loro corpi e ciò vale per tutte le creature che sono sotto il cielo e hanno in se stesse uno spirito vitale (Gn 6,17), tutte sono scosse da paura.
Or dunque, o Signore e Dio mio, sia presente con il suo aiuto alla mia anima e al mio corpo il tuo angelo santo fino a quando si saranno separati. Né sia allontanata da me la faccia dell’angelo che mi è stato dato come custode dal giorno della mia formazione, mi sia invece compagno di viaggio fino a quando mi condurrà fino a te: il suo volto mi sia sereno e ilare, e mi accompagni in pace.
Non permettere invece che fino a quando io sarò giunto felicemente a te – sulla strada che avrò da percorrere – mi si avvicinino demoni dall’aspetto spaventoso. Non permettere che i portieri impediscono all’anima mia l’ingresso in paradiso. Scoprendo i miei delitti, non espormi alla vergogna davanti al tuo terribile tribunale. Non mi assalgano i leoni. I flutti del mare di fuoco (Dn 7,10) – che ogni anima deve attraversare – non sommergano l’anima mia prima che sia giunta a contemplare la gloria della tua divinità.
O Dio, giudice giustissimo (2 Tm 4,8), tu che giudicherai i mortali con giustizia ed equità (Sal 97,9), e darai a ognuno secondo le sue opere, o Signore e Dio mio, stammi vicino con la tua misericordia, e illumina la mia vita affinché io giunga a te: tu sei, infatti, la sorgente ripiena di ogni bene e di gloria in eterno. Amen
(Tratto da: “I Vangeli apocrifi” a cura di L. Moraldi. Ed. PIEMME – pp.147/148)
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