domenica 4 novembre 2007
Messaggio del 25 ottobre 2007
"Cari figli, Dio mi ha mandato tra voi per amore per condurvi
verso la via della salvezza. In molti avete aperto i vostri cuori
e avete accettato i miei messaggi, ma molti si sono persi su
questa strada e non hanno mai conosciuto con tutto il cuore il
Dio d.amore. Perciò vi invito, siate voi amore e luce dove è
tenebra e peccato. Sono con voi e vi benedico tutti. Grazie per
aver risposto alla mia chiamata."
sabato 27 ottobre 2007
Sezione: Il mio paesino
San Marzano sul Sarno (SA)
San Marzano sul Sarno è il paesino dove vivo... si trova in provincia di Salerno e ha poco meno di 10.000 abitanti.
Un pò di storia sulle origini
Su San Marzano non esistono notizie precise, però si sà per certo che nel suo territorio sono stati rinvenuti vasi ed oggetti vari, che giacevano in una necropoli del 700 a.C.
Il Von Duhn (geologo), da un grosso strato di lapillo bianco che copriva la necropoli, insieme ai resti di un centro romano dell' VIII secolo e comunque anteriore all'eruzione del 79 a.C., pensò che nella zona vivesse una popolazione, probabilmente dedita all'agricoltura ed al commercio con la vicina Pompei.
Nel suo territorio venne sepolto, nel 303, il corpo decapitato di San Gannaro.
Dal 592 al 601 i Longobardi si insediarono in Campania, finché Papa Gregorio non dichiarò che gli avvenimenti della regione gli stavano particolarmente a cuore.
Intanto nel, 601, Arechi occupava Nola e le orde Longobarde operarono scorrerie in tutto l'Agro Nocerino-Sarnese. Numerose furono le devastazioni e gli eccidi; anche San Marzano conobbe la loro furia. In quell'anno fu, infatti, distrutto il "fundo Marciani" un cenobio benedettino che faceva parte della Diocesi di Nocera.
Nel 679 l'ex fundo Marciani fu annesso cl nome di San Marzano alla nuova Diocesi di Sarno, sotto il Vescovo Adeorato.
Intorno all'anno mille, San Marzano incomincia ad imporsi col nome di Casale di San Marzano, come si rileva dai documenti dell'epoca, custoditi nell'archivio nazionale di Napoli.
Nel 1238, il territorio appartenne a Pietro Bruerio dal quale passo a Giovanni de Gauro per volere dell'imperatore Federico II e, nel 1270, passò a Galeano de Iuriaco.
Nel 1284, venne donato da Carlo D'Angiò a donna Egidia, moglie di Pietro Braccio, di poi al figlio Filippello.
Nel 1315, appartenne al feudatario Enrico de Aprano.
Nel 1630, con altri Comuni, si ribello al signore di Scafati, protestando per lo sbarramento che questi aveva costruito, interrompendo così la navigabilità del fiume Sarno.
Nel 1647, il Duca D'Arces era vicerè di Napoli ed il malgoverno e le tasse eccessive spinsero il popolo a ribellarsi contro il gorùverno spagnolo di Sua Maesta Cattolica Filippo IV. Masaniello, ucciso a furor di popolo il 7 luglio di quell'anno, lasciò in eredità il seme della rivolta. I tumulti infatti, ripresero con maggiore violenza. A San Marzano, Nocera, Pagani, Angri ed in tutte le altre località del Regno, vaste masse di proletari si riversarono nelle strade, nei primi giorni di agosto, contro i rappresentanti del governo spagnolo.
giovedì 18 ottobre 2007
"La vita è un attimo; onori, trionfi, ricchezze e scienza cadono, innanzi alla realizzazione del grido della Genesi, del grido scagliato da Dio contro l'uomo colpevole: Tu morrai! Ma la vita non finisce con la morte, continua in un mondo migliore. A tutti è stato promesso, dopo la redenzione del mondo. il giorno che ci ricongiungerà ai nostri cari estinti, e che ci riporterà al supremo Amore!" --- "Bellezza, ogni incanto della vita passa... Resta solo eterno l'amore, causa di ogni opera buona, che sopravvive a noi, che è speranza e religione, perchè l'amore è Dio" (Dagli scritti di S.Giuseppe Moscati)
mercoledì 17 ottobre 2007
Oggi Vi propongo (solo come lettura in quanto non riconosciuto dalla Chiesa Cattolica) il messaggio che ogni 25 del mese la Madonna consegna ai vegenti a Medjugorje
"Cari figli, anche oggi vi invito ad infiammare i vostri cuori sempre più ardentemente d’amore verso il Crocifisso e non dimenticate che per amore verso di voi ha dato la sua vita perché foste salvati. Figlioli meditate e pregate affinché il vostro cuore si apra all’amore di Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
martedì 16 ottobre 2007
San Gerardo Maiella
Chiunque volesse approfondire può andare sul sito http://www.sangerardo.it/
IL TESTAMENTO SPIRITUALE DI SAN GERARDO MAIELLA
(6 aprile 1726 - 16 ottobre 1775)
Io, Gerardo Maiella del santissimo Redentore, mi obbligo in vita e dopo la morte a pregare efficacemente il Signore perché tutti possiamo vederci in Paradiso a godere Dio per tutta l'eternità.
Io vi consiglio di eleggere lo Spirito Santo come unico consolatore e protettore della vostra vita cristiana.
L'Immacolata Vergine Maria sia l'unica vostra gioia e la vostra avvocata presso Dio.
Ed ora accogliete nel vostro cuore quanto vi scrivo:
non abbiate paura di farvi santi!!!!
Dio vi offre ogni giorno un'occasione favorevole.
Per farvi santi è necessario avere Dio presente in tutto ciò che dite e fate, ed essere sempre uniti con Lui nella preghiera.
La migliore preghiera è vivere come piace a Dio.
Molti si preoccupano di fare molte cose. Seguite il mio esempio:
io ho cercato di fare solo la volontà di Dio. Ho camminato sott'acqua e sotto vento!
Grande cosa è la volontà di Dio! Tesoro nascosto e senza prezzo.
Essa vale quanto vale lo stesso Dio. Amate assai Dio. Fate tutto per Dio. Amate tutto e tutti in Dio. Soffrite per amore e per Dio.
L'unico vostro padrone sia Gesù Cristo: servitelo per amore e obbedite a Lui sempre. Egli vi premierà abbondantemente.
Fede ci vuole per amare Dio. Chi manca di fede, manca di Dio. Risolvetevi a vivere e a morire impastati di santa fede.
Solo Dio può darvi la pace! Quando mai il mondo ha saziato il cuore umano?
Vi posso assicurare che Dio vuol bene a tutti voi, perché egli sa quanto io vi stimo.
Con tutte le forze vi invito a correre verso il centro del vero amore di Dio, ove anche voi con me potete spassarvela nell'immensità del nostro caro Dio.
Vi benedico.
Arrivederci in Paradiso.
P.S.: Auguri a tutti i Gerardo e Gerardine!!!!
lunedì 15 ottobre 2007
Transito di San Gerardo Maiella
Preghiera dell’abbandono di San Giuseppe
“O Dio, autore di ogni consolazione (2 Cor 1,m3), Dio di ogni misericordia e Signore di ogni genere umano, Dio della mia anima, del mio spirito e del mio corpo. Supplichevole io ti adoro, o Signore e Dio mio: se ormai sono terminati i miei giorni ed è giunto il momento nel quale debbo uscire da questo mondo, inviami, te ne prego, il grande Michele principe dei tuoi angeli santi, e resti con me affinché la mia povera anima esca senza difficoltà, senza paura e senza impazienza da questo corpo travagliato.
Una grande paura e una veemente tristezza si impadronisce infatti dei corpi nel giorno della loro morte, sia che si tratti di un uomo che di una donna, di un’animale domestico o di una bestia selvatica, di un essere che cammina sulla terra o che vola nell’aria: in conclusione grande è la paura e immenso lo sfinimento che attanaglia le anime quando escono dai loro corpi e ciò vale per tutte le creature che sono sotto il cielo e hanno in se stesse uno spirito vitale (Gn 6,17), tutte sono scosse da paura.
Or dunque, o Signore e Dio mio, sia presente con il suo aiuto alla mia anima e al mio corpo il tuo angelo santo fino a quando si saranno separati. Né sia allontanata da me la faccia dell’angelo che mi è stato dato come custode dal giorno della mia formazione, mi sia invece compagno di viaggio fino a quando mi condurrà fino a te: il suo volto mi sia sereno e ilare, e mi accompagni in pace.
Non permettere invece che fino a quando io sarò giunto felicemente a te – sulla strada che avrò da percorrere – mi si avvicinino demoni dall’aspetto spaventoso. Non permettere che i portieri impediscono all’anima mia l’ingresso in paradiso. Scoprendo i miei delitti, non espormi alla vergogna davanti al tuo terribile tribunale. Non mi assalgano i leoni. I flutti del mare di fuoco (Dn 7,10) – che ogni anima deve attraversare – non sommergano l’anima mia prima che sia giunta a contemplare la gloria della tua divinità.
O Dio, giudice giustissimo (2 Tm 4,8), tu che giudicherai i mortali con giustizia ed equità (Sal 97,9), e darai a ognuno secondo le sue opere, o Signore e Dio mio, stammi vicino con la tua misericordia, e illumina la mia vita affinché io giunga a te: tu sei, infatti, la sorgente ripiena di ogni bene e di gloria in eterno. Amen
(Tratto da: “I Vangeli apocrifi” a cura di L. Moraldi. Ed. PIEMME – pp.147/148)